Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Da Bramante a Canova

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Argan, Giulio 50 occorrenze

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All’antitesi non corrisponde tuttavia, e questo appunto la rende più significativa, un salto di valori: verificate in rapporto alla qualità delle

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le nuove pareti come armature o telai di sostegno delle antiche, limitandosi a variare, da un disegno all’altro, la combinazione delle verticali e

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degli archi, intorno alle finestre e nelle volte delle prime navate laterali, nonché dalle ghirlande di fiori freschi intorno agli ovali e dai cherubini

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hanno un’estrema, nuovissima vivezza naturalistica, eppure sono dello stesso colore e della stessa materia delle membrature architettoniche a cui si

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, l'ammassamento della folla appena entrata, e ai lati, negli spazi discreti delle navate minori, i movimenti individuali dei visitatori più attenti

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Un'altra ragione dell’accentuazione anche coloristica delle edicole è la condizione di luce che, con la mancanza della volta, si è venuta a

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Alla diversa larghezza dei pilastri e degli archi, cioè dei pieni e dei vuoti della navata centrale, corrisponde la diversa ampiezza delle campate

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La specialità professionale del Cortona è la decorazione: ciò che spiega la vastità e la varietà, ma anche i limiti, delle sue conoscenze storiche e

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volumi pieni dell’esterno. La correlazione si riduce, di fatto, alla sostanza plastica delle pareti, per cui il movimento plastico di una faccia si

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Cortona non può fare a meno di confrontare la propria all’opera architettonica delle due «anime grandi» antagoniste, il Bernini e il Borromini, è a

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fine delle grandi tipologie tradizionali, instaura una concezione nuova della struttura e delle forme dell’architettura e dei modi operativi dell

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conto delle progredire ricerche della scienza meccanica, sicché la figura dell’architetto si sdoppia nelle due attività distinte, benché associate nella

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Se si tiene presente lo sviluppo delle cappelle laterali e del sacello sui due assi dell’ellisse, è facile osservare che la pianta inscrive nell

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significato simbolico di cielo o padiglione posto sul santuario. Ormai, ha soltanto una ragione visiva: riprende e riassume in elevazione la modulazione delle

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lo spazio assume nell’articolazione e modellazione delle pareti, della mobilità continua delle prospettive e degli effetti di luce. Come sempre, la

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, salgono come razzi, precipitano come sassi. Pallidi di mistiche nausee, sfuggono rabbrividendo al contatto delle cose. Come colonne di fumo e nugoli di

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delle tombe di Pio II e di Paolo II. La rinuncia ha un motivo inconfessato ma preciso: nella primavera di quello stesso anno Michelangiolo aveva messo

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progetti esecutivi, che non lasciano margine ad incertezze, interpretazioni, varianti. È calcolata anche la proiezione delle ombre dacché, se è forma

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coincidono con le proporzioni numeriche. Bisogna trovare le regole delle simmetrie vere, le leggi della percezione; e dunque estendere il campo del pensiero

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dalla correlazione obbligata alla degradazione prospettica delle grandezze. Anticipando le osservazioni degli psicologi della percezione nota perfino

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Di questo processo di assimilazione tematica senza alcuna indagine o nozione del significato «storico» delle forme, il Guarini stesso ha dato l

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ritmo visivo delle forme, dei colori, delle luci del palcoscenico diverrà l’equivalente, per gli occhi, della musica del melodramma. La veduta per

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arrivare a determinazioni spaziali senza la mediazione volumetrica e di moto delle figure, cioè senza passare attraverso la «mimesis» della natura: l

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A far l’elenco delle «licenze» architettoniche dei Vittone non si finirebbe; e sarebbe l’elenco di una serie di invenzioni, brillanti e tempestive

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La parrocchiale dei Santi Giovanni Battista e Remigio a Carignano, incominciata nel 1757, è una delle ultime opere di Benedetto Altieri; e la novità

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paragone con la drammaturgia del nipote: un’invenzione indubbiamente geniale, audace; poi una ponderata, meticolosa distribuzione delle parti, come una

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Le superfici continue, interminabili, esigevano la ripetizione delle medesime forme, dunque un linguaggio più preciso che geniale, una successione

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Quando le «teste rotonde» proibirono le immagini sacre e scialbarono le pareti delle chiese, non distrussero una grande tradizione figurativa: l

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, anche se si tratta di una cultura scarsamente originale, che ripete i luoghi comuni delle teorie classiche e ben poco si preoccupa (fatta eccezione

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, e nel 1768 si apre solennemente, con fini didattici molto più precisi che quelli delle contemporanee accademie del continente, la Royal Academy.

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» delle spirituali villeggiature di Bath; non lo fu, a maggior ragione, quella di Reynolds, decisamente rivolta, ma senz’ombra di frivolezza mondana

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architettonico. Nel perfetto equilibrio delle parti, nell’assoluta plasticità di tutti gli elementi, nello sviluppo della composizione modulare il tempietto

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combinare le idee. Hutcheson afferma che le idee complesse hanno maggior valore delle semplici, e che v’è maggior merito nel collegare tra loro idee

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interno, molto diverso, nella sua estensione e nel giuoco delle relazioni, dallo spazio esterno. Quando Hogarth compone una scena, la situa in uno spazio

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sarebbero più il necessario complemento dei pieni, ma soltanto vuoti di memoria, delle ingiustificabili e deplorevoli assenze. Nulla deve rimanere

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che percorrono e sostengono la massa: i grandi pilastri del primo ordine hanno ancora la spinta, la tensione muscolare delle statue degli Schiavi, e le

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il movimento plastico delle figure scolpite. Il fatto che, nel secondo ordine, le statue, prima collocate in posizione frontale, vengano sostituite

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protettore. L’interpretazione non trova conferma nell’iconografia delle statue ma, venendo da una fonte così vicina al maestro e probabilmente autorizzata, non

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diretta della materia nella tensione delle forze senza tenere presente che, dietro le statue, il piano architettonico fissava l’immagine di una

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allora la più audace e discussa delle tendenze.

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fondo delle anime elette come inesauribile sorgente di pathos e movente di sublimi tragedie. Fin da principio la tesi di Fuseli diverge da quella

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scorrevolezza verbale, della mobilità delle immagini. L’oggetto della sua «esplorazione» non è lo spazio architettonico del creato, ma il labirinto

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vero che «le membra dell’architettura dipendono delle membra dell’uomo» e che «chi non è stato o non è buon maestro di figure, e massime di notomia, non

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artefatta, dacché la funzione le ridà, su un altro piano, l’ambiguità, la doppiezza, l’inquietante pluralità di aspetti ch’è propria delle persone vive. È

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nei caratteri del volto umano i segni delle passioni, intese appunto come conflitto tra vocazione spirituale e terrena, tra natura divina e demoniaca

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miti e delle immagini, delle sorgenti primarie della forma, della felice scoperta dei «true elements of human essence» (Lectures, VII, 1810). È un

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del reale non è più affidata alla rappresentazione delle forme dipendenti dalle leggi rivelate, ma dall’indagine metodica dei fenomeni. La religione

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’impostazione delle figure su poche, semplici direttrici strutturali. Molto più importante è indubbiamente la trovata strabiliante (ma che avrà un lungo

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delle associazioni delle idee ma i giri e rigiri apparentemente oziosi dell’immaginazione: come tale finge di biasimarla lo Sterne per lodare

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Non v’è irrelatività se non oltre l’esaurimento delle relazioni possibili. Il sistema formale del rococò era aperto e continuo: tutto un intreccio e

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